Segreti in tavola
Sapevate che la pasta ha un impatto ambientale minimo? L’impronta ecologica di una porzione di pasta è minima ed è pari a 150 grammi di CO2 equivalente. Ed è minimo anche l’impatto ambientale, dalla produzione alla trasformazione fino al consumo: 1 mq globale (vale a dire la misura dell’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate durante la produzione) per porzione di pasta. Anche per quanto riguarda il consumo di acqua, la pasta è all’avanguardia. Gustare un piatto di pasta al pomodoro o di lasagne al forno significa fare anche una scelta sostenibile: un pastificio, infatti, per produrre un chilo di pasta usa non più di tre litri d’acqua.
Ma ognuno di noi può contribuire a ridurre ulteriormente l’impatto ambientale della pasta, con degli accorgimenti molto semplici, a cominciare dalla fase della cottura che è il momento meno sostenibile di tutto il ciclo, visto che impatta per il 38% circa sul totale dell’impronta carbonica durante l’intera filiera. Ad esempio si può cuocere la pasta con 700 ml di acqua invece del classico litro per 100 grammi: oltre a risparmiare il 30% di acqua, e non è poco, possiamo tagliare così il 13% di energia ed emissioni di CO2e.
E poi basta usare il coperchio durante la fase di ebollizione, non solo si accelerano i tempi, ma si risparmia fino al 6% di energia ed emissioni di CO2e (CO2 equivalente).
Non mettiamo mai il sale prima che l’acqua inizi a bollire, poiché si rallenterebbe il processo di ebollizione.
Proviamo la cottura passiva: dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, la pasta cuoce in modo indiretto, a fuoco spento e con coperchio per non disperdere calore. Con questo metodo il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%
Infine, utilizziamo l’acqua di cottura per innaffiare le piante in balcone ed evitare di sprecare nuove risorse idriche.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato alla mela della Val di Non)