Travel Experience

09.12.2020

Come tutti gli italiani orgogliosi della nostra lingua, una volta mentre mi trovavo a Rimini mi è venuto in mente chi è il padre della nostra lingua, Dante Alighieri, e per pura curiosità, sono andato a visitare il luogo in cui è sepolto, Ravenna.
Come guida stavolta ho scelto il professor Miniucci che subito mi ha bacchettato perché non sapevo che a Ravenna, oltre la tomba di Dante, esistono altri otto monumenti Unesco.
Dato il vero motivo della mia visita mi ha portato direttamente in una zona molto suggestiva ovvero la “zona del silenzio” in centro storico, che conserva la tomba del Sommo Poeta.
Per molti è una sorpresa scoprire che la tomba di Dante si trovi a Ravenna e non a Firenze. Dante morì a Ravenna durante il suo esilio e nonostante i ripetuti tentativi di riportarlo nella città natale, è ancora qui.
Come mostratomi dal professore, a ricordare Firenze e la toscana c’è la lampada votiva settecentesca alimentata con olio d’oliva degli appennini toscani che viene donato ogni anno (la seconda domenica di settembre) dalla città di Firenze.
Dopo aver testato il mio latino il professore ha insistito per andare anche alla vicina Chiesa di San Francesco con il bel chiostro. Con un sorriso mi ha chiesto un euro, rivelatosi poi davvero ben speso, perché usato per accendere le luci di una cripta ormai totalmente sott’acqua.
Camminando con il mio amico professore ho scoperto che Ravenna è una città verde e quindi ci siamo recati ai giardini pubblici che fanno da cornice alla cinquecentesca Loggetta Lombardesca e accolgono il Planetario, per poi ammirare la Rocca Brancaleone. Monumento di epoca veneziana, la Rocca ospita un lussureggiante giardino e l’arena per spettacoli all’aperto.
Il mio amico professore si è rivelato anche un’ottima forchetta perché mi ha portato in uno dei tanti chioschi ad assaggiare la piadina romagnola, oramai anche in versione modernissima con tanti tipi di farina. Un qualcosa di speciale con i fichi caramellati e il morbido formaggio “Squaquarone” piatto tipico di Ravenna, gustato con un buon vino Sangiovese.
E mentre mangiavamo il professore ha chiuso il nostro incontro con una leggenda secondo la quale Dante non fece innamorare Beatrice con i versi ma con le leccornie presenti in tutto il territorio.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato ad Ajaccio)