Se vi dico cargo battente bandiera panamense sicuramente vi viene in mente Carlo Verdone, ma non è al cinema che vi voglio portare, bensì proprio a Panama, un paradiso assoluto in pieno Centro America; anche se per tanti anziché un paradiso nella natura, è un meraviglioso paradiso fiscale.
A Panama ci si arriva da tutte le parti: sia del sud America che del Nord America. Io ci sono arrivato dopo un soggiorno a Miami insieme a un mio amico ornitologo che ha voluto assolutamente andarci alla ricerca di un uccello sacro dai poteri magici per chi riesce a vederlo. Già dall’aeroporto ho capito che Panama sarebbe stata una grande sorpresa perché anziché portarmi in albergo ci siamo addentrati con una Jeep nella foresta dove, con il mio anfitrione Joker, abbiamo incontrato un membro della tribù indigena dei Cun, veri nativi di questo territorio che vivono ancora una vita assolutamente a contatto con la natura.
Il nostro amico Indio ci ha fatto addentrare, non senza fatica, nella foresta alla ricerca di questo uccello variopinto dal nome curioso Quetzal.
Dopo ore di appostamenti siamo riusciti a fotografarlo. Coloratissimo e meraviglioso, la leggenda dice che chi incontra il Quetzal tornerà a casa col sorriso, dopodiché attraverso un’altra guida indigena siamo arrivati all’Islam Iguana, una piccola isola dove credo di aver visto una delle acque più cristalline di sempre.
Qui ho fatto un incontro sottomarino spettacolare: il mare si è trasformato in cielo talmente erano tante le stelle marine che popolavano i fondali dell’isola.
Come tutti i turisti ho avuto dei momenti di cali di zucchero e mi hanno portato ad assaggiare un gelato alla vaniglia incredibile a casco bieco e soprattutto ho potuto assaggiare il Panama Geisha, un caffè locale buonissimo ma non propriamente economico.
Panama si è dimostrata molto generosa e dando retta alla leggenda di chi vede l’uccello Quetzal, sono tornato a casa con un sorriso grande così.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Hanoi)