Segreti in tavola
Sapevate che in Emilia Romagna si coltiva il 65% delle pere italiane?
Proprio così. E tra queste c’è un prodotto di assoluta eccellenza, tanto che dal 1998 può vantare il riconoscimento IGP: la pera dell’Emilia Romagna, coltivata nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Reggio Emilia e Ravenna.
Il bollino IGP è una garanzia di qualità, perché queste pere devono essere prodotte secondo un rigido disciplinare di produzione volto al rispetto dell’ambiente, della salute del consumatore e soprattutto alla bontà dei frutti. Le pere dell’Emilia Romagna possono essere raccolte e commercializzate solo quando hanno raggiunto il grado perfetto di maturazione e un determinato grado zuccherino.
La coltivazione della pera in Emilia Romagna ha origini molto antiche. Già nel XVII secolo i colli della zona erano disseminati da frutteti, ma la pera era già conosciuta e apprezzata da moltissimi secoli.
E per fortuna! Le pere infatti oltre a essere gustosissime sono anche un alimento molto salutare, perché apportano ottime quantità di fibre alimentari e vitamine, in particolare la vitamina C. Inoltre sono ricche di sali minerali, soprattutto calcio, che fa bene alle ossa, e boro, un alleato della memoria.
La pera dell’Emilia Romagna IGP esiste in sei varietà, diverse tra loro per forma e colore, ma tutte accomunate dal sapore, che è dolce e aromatico.
La pera è un frutto molto versatile in cucina, che si abbina sia a ingredienti dolci che salati, come per la classica accoppiata formaggio e pere. Le pere dell’Emilia Romagna non fanno eccezione, anzi, il loro sapore è particolarmente apprezzato proprio perché si sposa benissimo con tutto.
Vi svelo qualche segreto per scegliere e conservare nel modo corretto le pere dell’Emilia Romagna: essendo frutti dalla buccia molto delicata, spesso si trovano in commercio in una fase di maturazione non molto avanzata. Per capire se le pere sono mature al punto giusto, basterà una leggera pressione alla base del picciolo: se la polpa sarà cedevole, vorrà dire che la pera è pronta per essere mangiata! Altrimenti, lasciatele maturare per un paio di giorni in un sacchetto di carta a temperatura ambiente o, se volete conservarle più a lungo, in frigo.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato ai segreti del kamut)