Travel Experience
Se cercate un nuova meta ancora poco esplorata nell’Oceano Indiano, vi consiglio le isole Comore.
Al mio arrivò la prima impressione che ho avuto è che il paesaggio somigliasse moltissimo a quello delle isole Seychelles. Questa volta però non mi sono nutrito solo di spiaggia e mare ma di una natura pazzesca alla guida dell’immancabile jeep. Un’abbondante varietà di piante profumate come il caprifoglio, l’orchidea e la gardenia mi circondava, ogni mattina al mio risveglio nell’aria respiravo profumo di ylang-ylang, di vaniglia e di noce di cocco. Ovviamente ho visitato tutte e tre le isole che formano l’arcipelago delle Comore: Grande Comore, Mohéli e Anjouan. Grande Comore è la più grande, mi è sembrata un mix di architettura araba, calore africano e di eleganza francese. Mi sono poi spostato nelle molto più selvagge Mohéli e Anjouan, dove i turisti sono decisamente pochissimi, villaggi di pescatori e street food a base di crostacei conditi con spezie incredibili mi hanno reso la difficoltà dei percorsi accidentati, molto più facile.
La sera, alla ricerca di un po’ di movimento, sono inevitabilmente finito nella Capitale, dove ho trovato negozi di artigianato locale con prodotti di gran pregio, soprattutto i tappeti. Dopo lo shopping la mia indole selvaggia mi ha portato nell’entroterra. Lasciata la Jeep ho fatto una grande camminata sulla montagna più alta, il Karthala, 2.316 metri, un vulcano ancora attivo, dove ho ammirato e fatto il bagno nel bellissimo Lac Sale, nato all’interno di un cratere vulcanico, esperienza molto calda ed incredibile. L’ultimo giorno la solita ciliegina quando ho fatto una escursione sull’isola di Mohéli (o Mwali) dove ho potuto guardare, senza avvicinarmi troppo, le tartarughe giganti che deponevano le uova, e lì sono ripartito con la consapevolezza che la natura va osservata ma sempre rispettata.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato all’Isola di Pasqua)