Travel Experience
Amici oggi vi portò nell’arcipelago delle Azzorre, situato nell’Oceano Atlantico settentrionale, quasi a a metà strada tra l’Europa e l’America.
Mi sono subito diretto verso l’entroterra delle isole, molto diverse tra loro mostrandomi paesaggi lunari di pietra rossa e nera sulle pendici dei vulcani spenti e attivi, per culminare nella montagna più alta di tutto il Portogallo. Questa con il suo cappello di neve quasi perenne, che senza guanti ho rischiato il congelamento alle mani, mi ha mostrato il vulcano di Pico. La mia visita oceanica non poteva prescindere dall’ andare a São Miguel, l’isola più grande.
Il mio primo impatto è stato all’arrivo la scelta dell’alloggio, infatti sono finito dentro un giardino botanico, in un hotel, una casa d’epoca con molta umidità. Il tutto avvenuto a Ponta Delgada, la “capitale” delle Azzorre per la quale ho scoperto che gli abitanti delle altre isole nutrono una certa gelosia.
Il clima che mi ha accolto era quanto di più atlantico ci si potesse aspettare. Il tempo era molto variabile, i momenti di pioggia infatti non sono mancati, ma gita bagnata alle Azzorre, sta’ per gita profumata. Infatti sono rimasto incantato dagli enormi cuscini di ortensie blu punteggiati di rosso, arancio o giallo e di altri fiori che orlavano le strade che ho percorso per raggiungere i panorami sui due laghi vulcanici dell’isola: Sete Cidades e Lagoa do Fogo.
Il momento magico però l’ho vissuto facendo un’escursione all’Ilhéu de Vila Franca do Campo proprio di fronte all’omonima cittadina dove ho provato l’ebbrezza di un tuffo in pieno oceano, per poi rimanere qualche ora immerso nella piscina di calda acqua ferrosa di color giallastro del Parco Terra Nostra. Inutile dire che sono passato da acqua calda ad acqua fredda, ma senza nessun rubinetto.
Infine, per comprendere quanto le isole azzorre siano di origine vulcanica, vi consiglio di fare un giro al lago di Furnas dove, oltre alla bellissima “Capela de Nossa Senhora das Vitórias” che sorge proprio sulle sponde del piccolo lago, ho visitato la zona delle fumarole. Con sorpresa finale, alcuni chef della cittadina avevano sotterrato sotto grossi cumuli di terra calda i tegami per il Cozido das Furnas che ci hanno servito con nostro, come hanno detto loro Otimo e Bom Apetite.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato alle Isole Comore)