Segreti in tavola

12.06.2021
International Falafel Day
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Avete mai assaggiato i falafel? Se non l’avete mai fatto oggi è il giorno giusto, perché è l’International Falafel Day, ovvero la festa della polpetta veg più amata la mondo!
Le sue origini sembra che siano egiziane: l’origine della parola è dalla lingua copta, nella quale pha la phel significa “molti fagioli”, e infatti il piatto è ancora molto consumato dai Copti in occasione delle festività religiose. In Egitto i falafel, che non mancano mai a tavola, neanche a colazione, sono verdi perché si preparano fin dai tempi antichi con le fave, di solito secche, che vengono messe a mollo, cotte e poi tritate con varie spezie, erba cipollina, sale, pepe, prezzemolo e tanto aglio. C’è anche chi ci aggiunge un po’ di farina di ceci o due uova, anche se non sono previsti nella ricetta originale. L’ingrediente responsabile di quel suo colore verde acceso e di quel suo sapore speciale è il korrat, una varietà di porro più piccola chiamata Allium Ampeloprasum, molto diffusa e coltivata in Egitto, che è praticamente impossibile da trovare in Italia. In particolare si usano le sue foglie fresche, che vengono tritate e unite all’impasto dei falafel.
Quando la ricetta si è diffusa in tutta la cucina levantina, le fave sono state sostituite dai ceci e i falafel sono diventati parte integrante della tradizione gastronomica in Palestina e in Israele, dove, dal momento che sono un piatto vegetariano, i falafel permettevano di rispecchiare i dettami della cucina kosher e accompagnarsi sia alla a carne che al pesce.
I Falafel sono il piatto della condivisione e cordialità: la tradizione mediorientale vuole, infatti, che queste polpette di legumi vengano gustate insieme a delle salse a base di yogurt, tahina oppure hummus e paprika. Vengono poste al centro della tavola e prese con le mani, segno di familiarità e condivisione, e poi intinte nelle varie salse.
Oggi sono spesso venduti come street food, normalmente si usano per farcire le pite, il pane piatto lievitato dalla forma rotonda, tipico della cucina Medio orientale e del Mediterraneo in particolare della Grecia, insieme a hummus, tahina, yogurt, pomodoro, melanzane grigliate.
Sono vegani, sono anche un piatto abbastanza sano: i ceci non contengono colesterolo, e questo compensa la frittura.
Il mio segreto per realizzarli al meglio è, dopo aver tritato tutti gli ingredienti, lasciar riposare il composto in frigorifero per almeno un paio d’ore, preparare le polpettine e passarle nel pangrattato, quindi friggerli fino a quando non saranno dorate da entrambi i lati.

I MIEI FALAFEL
INGREDIENTI
500 g di Ceci secchi
1 Cipolla
1 spicchio d’Aglio
Polvere di Cumino
1 mazzetto di prezzemolo o coriandolo
Sale
Pepe

PROCEDIMENTO 
Metto i ceci nel mixer insieme alla cipolla tagliata in grossi pezzi, aggiungo l’aglio spremuto. Quindi insaporisco con il cumino, il sale e il pepe, quindi attivo il mixer.
Trito a parte il prezzemolo e lo aggiungo all’impasto: è importante svolgere questa operazione a parte, e non direttamente nel mixer con gli altri ingredienti, perché il prezzemolo rilascerebbe troppa acqua bagnando eccessivamente l’impasto. Amalgamo bene il tutto, lo compatto con un cucchiaio, lo copro con la pellicola e lo lascio in frigo a rassodare per almeno 1 ora.
Quindi recupero l’impasto e formo i felafel prendendo di volta in volta piccole palline di impasto e schiacciandole leggermente per ottenere la tipica forma. In pentola scaldo abbondante olio di oliva e friggo pochi felafel per volta, fino alla doratura. Li scolo e li lascio asciugare su della carta assorbente. Servo i felafel ben caldi!

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al World Milk Day)