Segreti in tavola
Le stime presentate da ISMEA durante il G7 Agricoltura, in collaborazione con UNAPROL, sono allarmanti: la produzione di olio d’oliva in Italia è destinata a subire un drastico calo a causa della siccità e delle temperature record che hanno colpito le principali regioni olivicole.
Un calo del 32% rispetto allo scorso anno
Si prevede una produzione di circa 224.000 tonnellate, ben il 32% in meno rispetto alla campagna precedente. Questo crollo posizionerebbe l’Italia al quinto posto nel ranking mondiale dei produttori, perdendo così la sua storica seconda posizione.
Le cause del calo
Le principali cause di questa crisi sono da ricercare nelle condizioni climatiche estreme che hanno colpito la Puglia, la Sicilia e la Calabria, regioni che rappresentano una fetta importante della produzione nazionale. La scarsità di piogge e le alte temperature hanno provocato stress idrico alle piante, riducendo drasticamente la produzione.
Un quadro internazionale diverso
Al contrario dell’Italia, altri grandi produttori come Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia si apprestano a vivere una campagna particolarmente abbondante, con un aumento della produzione stimato tra il 50% e il 60%.
Le conseguenze per il mercato
Questa forte contrazione della produzione italiana avrà ripercussioni significative sull’intero settore. Gli imbottigliatori dovranno fare i conti con una disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta, mentre i consumatori finali potrebbero assistere a ulteriori aumenti dei prezzi.
Un futuro incerto
Come sottolinea ISMEA, la variabilità delle produzioni negli ultimi anni sta diventando sempre più accentuata, rendendo difficile la programmazione a lungo termine.
Le note positive
Nonostante le difficoltà, ci sono anche alcune notizie positive. Le regioni del Nord e del Centro hanno registrato un aumento della produzione, e la qualità dell’olio si preannuncia ottima. Inoltre, l’Italia mantiene la sua leadership in Europa per il maggior numero di oli extravergini a denominazione.