Segreti in tavola
Le mangiamo a colazione, nello yogurt, nelle torte, oppure così, al volo, quando abbiamo fretta: di cosa sto parlando? Delle banane, tra i frutti più consumati al mondo e che oggi si internazionalmente.
Ma attenzione: quella che troviamo al supermercato è solo una delle circa mille e cinquecento varietà esistenti sul pianeta.
Gialla, curva, comoda da sbucciare e dolce al punto giusto. La banana è uno di quei frutti che sembrano semplici. Ma sotto quella buccia familiare si nasconde un mondo ben più vario e sorprendente di quanto immaginiamo.
Ogni anno, nel mondo, si consumano oltre 100 miliardi di banane. È uno dei frutti più mangiati in assoluto, secondo solo alla mela in molti paesi occidentali. In natura, di varietà di banane ce ne sono più di 1500: alcune sono piccole e profumate, altre più farinose. Ci sono banane rosse, banane maculate, banane da mangiare crude e banane che si cuociono come fossero patate. Eppure, nel commercio internazionale, domina quasi incontrastata la Cavendish.
La Cavendish è la banana che tutti conosciamo: gialla, liscia, con la polpa soda e dolce. Il suo successo? Non tanto il sapore, quanto la logistica: è resistente ai viaggi lunghi, matura lentamente e ha una buccia robusta, che la protegge dai colpi. Insomma, è la banana perfetta… per il trasporto in container.
Ma questa monocultura ha anche un lato fragile. La Cavendish è clonata in milioni di esemplari identici, e proprio per questo è vulnerabile a malattie, come il famigerato Fusarium TR4, un fungo che ha già distrutto intere piantagioni in Asia e si sta diffondendo altrove.
Intanto, nel resto del mondo, esistono banane che noi occidentali vediamo raramente, se non in qualche mercato etnico o in viaggio.
Ci sono le banane rosse del Costa Rica, più corte, con la buccia violacea e un sapore intenso e quasi vanigliato. Oppure le banana apple, diffuse nelle Filippine: piccole, profumatissime, e con un retrogusto che ricorda la mela. E poi le plantain, o banane da cottura: grandi, verdi, ricche di amido. Fritte, bollite, arrostite: sono una base alimentare in gran parte dell’Africa e dell’America Latina
Insomma, quella banana che mettiamo nel cestino della spesa è solo la punta dell’iceberg. O meglio, dell’intero “bananeto” globale. Un frutto che parla di biodiversità, agricoltura, commercio internazionale e, in fondo, anche di abitudini culturali.
La prossima volta che ne sbucciate una… magari fatelo con un pizzico di curiosità in più. Perché dietro quel gesto semplice si nasconde un intero mondo tropicale — profumato, colorato e, per molti versi, ancora tutto da scoprire.