Cinema e Serie Tv
Contro ogni moralismo, le famiglie che si trovano a combattere con una disabilità e quindi con quella che definiamo diversità soffrono, si arrabbiano, faticano, si sacrificano.
Per questo motivo non è facile rappresentare questa condizione nel cinema, si rischia di diventare banali e di non veicolare messaggi reali e realistici.
Domenica ci sono stati i Diversity Media Awards che hanno premiato le rappresentazioni dei media che hanno dato più valore alla diversità.
Per la categoria film italiano ha vinto Mio fratello rincorre dinosauri, adattamento cinematografico del libro scritto per mano di Giacomo Mazzariol fratello di un ragazzo affetto da Sindrome di Down. Vista dai suoi occhi la disabilità assume una forma realistica, sfrontata, ma tuttavia commovente, fatta d’amore.
Ecco la verità: la diversità è un concetto relativo. Ognuno ha la propria normalità e scova nell’altro la diversità. Nella propria unicità ognuno ha delle caratteristiche uniche che, a chi le guarda con amore, fanno brillare gli occhi.
Se rappresentare questa condizione a molti sconosciuta è un’impresa ardua, questi 5 film sono tra quelli che la raccontano con grande profondità e attenzione.
THE ELEPHANT MAN (1980)
The Elephant Man è il nome che gli viene affibbiato in quanto fenomeno da baraccone. Lui si chiama John Merrick e un terribile forma di neurofibromatosi gli ha deformato il volto rendendolo di aspetto orribile e spaventoso. Diventa pertanto un’attrazione da circo al servizio del ripugnante essere Mr. Bytes che lo sminuisce a macchietta circense per il suo aspetto e legittima gli spettatore a umiliarlo. A uno di questi spettacoli un giorno assiste il dottor Frederick Treves. Egli interviene per trasferire John in ospedale e sottoporre all’attenzione di medici la particolare forma di malattia che lo colpisce. Quando scopre che Merrick non solo è in grado di leggere, ma è un uomo colto, gentile e raffinato, lo trasforma gradualmente in un protagonista della buona società della Londra vittoriana. Un ritratto crudele e spietato di una storia che sebbene ambientata nella Londra del 1884 racconta un male senza tempo: l’apparire. Rappresentazione dei limiti etici della società che condanna il diverso seguendo i dettami dell’apparenza.
THE RAIN MAN (1988)
Charlie, commerciante di auto di lusso ma indebitato fino al collo e senza scrupoli scopre che è stato totalmente escluso dall’eredità del padre con il quale aveva rotto rapporti da anni, viene a sapere di avere un fratello. Si tratta di Raymond e a lui il padre ha lasciato l’intero patrimonio di milioni di dollari. Raymond ha vent’anni più di lui e vive in una clinica, affetto da autismo. Charlie lo porta via per diventarne il tutore ma il suo obiettivo è in realtà spendere i suoi soldi. Charlie va con lui a Las Vegas e sbanca il casinò, ma viene presto cacciato. Il loro rapporto diventa un rapporto di solidarietà e affetto senza che nessuno dei due cambi la sua natura e, soprattutto nel caso di Charlie, il suo stile di vita. Senza alcuna ipocrisia un sensibile e anche divertente percorso che ci racconta l’autismo.
FORREST GUMP (1994)
Forrest è un ragazzo affetto da un ritardo, parla lentamente e vive la sua esistenza all’insegna dell’ingenuità e della purezza. Attraverso queste sue caratteristiche si rivivono 30 anni di storia americana. Per il suo basso coefficente di intelligenza viene escluso e maltrattato da piccolo ma proprio grazie alla sua autenticità diventa un corridore, poi un campione di baseball. Ma non solo. È stato in Vietnam diventando un eroe, ha stretto la mano a tre presidenti, Kennedy, Johnson e Nixon, ha assistito ai movimenti studenteschi, ha casualmente fatto esplodere il Watergate, ha suggerito le parole di Image a John Lennon e per tutta la vita è stato innamorato di una ragazza conosciuta fin da bambino. Dopo anni di attesa sposa il suo grande amore che gli dà un figlio e muore di qualcosa che assomiglia all’Aids. Alla fine rimarrà con il suo bambino. Il film è un resoconto intelligente e ironico, pieno di tutti i luoghi comuni e di (volute) ingenuità sui peccati dell’America vista dagli occhi gentili di un ragazzo ritenuto diverso ma dal cuore grande.
QUASI AMICI (2011)
Philippe è un ricchissimo aristocratico che in seguito ad un incidente in parapendio è rimasto paralizzato dal collo in giù. Ha bisogno di un’assistenza costante ma nonostante i suoi soldi non trova mai nessuno all’altezza condannato ai trattamenti di compassione che dall’esterno si riservano a chi crediamo più debole. Quando incontra Driss, ragazzo senegalese dall’apparenza un po’ burbera e brutale, rimane invece colpito positivamente dalla sua autenticità e poca voglia di commiserarlo. Dalla loro diversità nasce una grande amicizia, folle e spensierata, sincero, complice e confidenziale. Driss fa rivivere la vita a Philippe proprio come un tempo, prima dell’incidente. Philippe gli fa apprezzare cose che Driss non aveva mai considerato. Un rapporto di reciprocità che abbatte le frontiere della diversità.
MIO FRATELLO RINCORRE DINOSAURI (2019)
2 fratelli, Jack e Gio. Gio è affetto da Sindrome di Down e questo per Jack diventa un segreto da nascondere. Questa è la storia di una famiglia che all’arrivo del 4 figlio viene afflitta dal dramma del 21 cromosoma. Il quarto figlio ha la Sindrome di Down e nonostante gli sforzi dei genitori per far apparire la cosa normale agli occhi degli altri figli Jack ha la testa piena di domande. Se da piccolo queste domande lo rendono soltanto curioso e attratto, da più grande, in età adolescenziale, il sentimento si trasforma in rabbia e vergogna. Crescendo Jack si accorgerà che quello che non può proprio evitare, al netto della vergogna, è l’amore per un essere che riempie la vita di autenticità e tenerezza. Realistico e sfrontato non manca di rappresentare la condizione della disabilità con realismo dal punto di vista di chi questa condizione la affianca per tutta la vita. A volte arrabbiati, a volte abbattuti ma sempre arrendevolmente pieni di amore per essere, speciali, non diversi.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento dedicato ai 5 film sull’empowerment femminile)