Travel Experience
Oggi parliamo di un altro paradiso dei Caraibi ovvero, l’isola Margarita. Partendo dall’aeroporto internazionale di Caracas, sono atterrato a Porlamar. la più grande città dell’isola.
Al mio arrivo mi sono sentito a casa. Infatti, sono tanti i negozi, le pizzerie e ristoranti i cui proprietari sono italiani. La prima cosa che mi ha colpito di questo paradiso dei Caraibi è che, oltre alle molte spiagge ed alberghi, ho trovato molti centri commerciali organizzatissimi per i cittadini margaritegni e soprattutto per i turisti come me. Ristorazione, cinema, divertimento notturno incredibile per una città così piccola. Alla mia prima giornata ho subito visitato numerose spiagge, molte organizzate per tutti gli sport acquatici, la mia passione, con una nuova scoperta fatta lì, ovvero il parco di Waterland dove ho potuto fare il bagno con i delfini, una sensazione unica.
In seguito ho raggiunto il nord dell’isola, arrivando a Playa del Agua, una delle spiagge più popolari con chilometri e chilometri di fine sabbia.
Bevendo una margarita mi sono trasferito a bordo di un quad a Playa el Yaque, dove c’era una gara internazionale di kite surf ed ho capito ammirando evoluzioni incredibili perché è conosciuta internazionalmente come un eccellente luogo per questo sport. Dicono che l’isola Margarita sia molto pericolosa. Io ho visto soltanto sole, mare e spiagge meravigliose ma è anche vero che è più raccomandabile frequentare zone turistiche che sono sorvegliate ed evitare di frequentare alcuni posti senza la guida, così per evitare rischi di ruberie in generale.
Su consiglio di un italiano trapiantato da anni, ho fatto una visita alla prigione di San Antonio. Si trattava di un penitenziario autogestito dai carcerati, in base ad un tacito accordo con le autorità venezuelane. I reclusi passavano il loro tempo anche in aree a cielo aperto dove era presente una piscina. Si tenevano concerti, combattimenti di galli, i locali mi hanno detto che quella situazione aveva consentito di ridurre drasticamente gli episodi di violenza sia all’esterno che all’interno della prigione, ma poi la prigione nel 2016 è stata chiusa dal governo, ed oggi, come è apparsa a me, rimane solo il simbolo di una libertà utopica.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Panama)