Travel Experience
Amici oggi vi porto in una città straordinaria del Marocco, Tangeri. Tangeri è una città con due facce, come i mari che la bagnano, il Mediterraneo e l’Atlantico.
Ed è per questo che dà vita a qualcosa di speciale: è l’unico punto in cui i due mari si uniscono.
Visitare Tangeri mi ha fatto apprezzare la sua tradizione ma anche la sua modernità. Al mio arrivo sono partito dal centro storico e pulsante della città, il Grand Socco, una vasta piazza a forma irregolare che ho trovato animata da una folla variopinta proveniente dalla città vecchia, dalla campagna e dai quartieri più recenti.
“Socco” è la versione spagnola di ‘souq’ o mercato. Questa piazza segna l’ingresso alla Medina: non a caso come ho potuto constatare è tra i luoghi da visitare a Tangeri che mi è apparso tra i più frequentati.
Quindi in auto mi sono addentrato nella Medina, a differenza infatti delle altre medine marocchine, quella di Tangeri è percorribile anche in auto.
Come in ogni città marocchina, ho notato che nel souq viene venduta qualsiasi tipologia di merce, spezie e oggetti di antiquariato, naturalmente ne ho approfittato stavolta per dei fermalibri di legno anticato davvero di pregio.
Da lì mi sono spostato all’American Legation Museum che accoglie una raccolta di monili, opere, testimonianze del periodo storico che ha ospitato personaggi famosi.
Si trova nel palazzo di pietre nella medina. Al suo interno vi è anche una sala dedicata a Paul Bowles con lettere, dipinti e disegni originali.
Lì ho trovato un momento di silenzio e riflessioni dopo il chiasso simpatico del gran socco dove poi sono tornato per visitare l’antica Residenza del Mendoub, ossia il rappresentante del Sultano, un incredibile insieme di mobili e tappeti con colori e tessuti unici. Uscito mi sentivo un Maraja, e mi sono spostato verso i Giardini Mendoubia. Avevo una curiosità da accontentare, vedere il luogo in cui è costudito un albero Banyan di 800 anni, a vederlo, così, maestoso e fiero, ho pensato 800 anni, e se li porta benissimo.
Non mi sono poi allontanato di molto, perché nelle vicinanze si trovava la Grande Moschea di Sibi Bou Abib, trasformata in chiesa e poi di nuovo in moschea nel 1684. Altra meraviglia dello stile arabo anche la poco distante chiesa di St. Andrews. I suoi giardini accolgono un mix di stili tra sobrietà anglicana e arte decorativa marocchina. Insomma sono andato via da Tangeri con quello che ho scoperto poi essere non il mal d’Africa ma la semplice gioia per la bellezza in sé per le sorprese in ogni meta di viaggio.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Wellington)