È un piatto tradizionale coreano così importante che nel 2008 fu inviato nello spazio, dopo una ricerca multimilionaria, per non far mancare agli astronauti coreani questo alimento per loro così prezioso: avete indovinato? Sto parlando del kimchi.

Il kimchi ha origini antichissime, parliamo probabilmente del I secolo a.C., e consiste in verdure fatte fermentare con spezie e, di solito, con pesce o frutti di mare salati. La verdura protagonista del kimchi è tradizionalmente una varietà cinese di cavolo, ma si può usare veramente di tutto, ad esempio ravanelli coreani o cetrioli.

Infatti solo le varietà riconosciute di kimchi sono più di 180, a seconda della provenienza geografica, degli ingredienti usati, della durata della fermentazione e anche della stagione dell’anno, che ovviamente influenza la reperibilità di alcuni ingredienti.

Quelli classici, oltre al cavolo napa e ai ravanelli, sono sale, peperoncino, aglio, zenzero, scalogno, e pesce, a volte salato, un po’ come le nostre alici sotto sale, a volte crudo o speziato secondo particolari tradizioni locali.

Ma perché i coreani sembrano essere così fissati con il kimchi? Ve lo spiego: questo piatto può essere considerato un vero e proprio superfood. È praticamente privo di grassi ma ricco di probiotici, un po’ come quelli dello yogurt e dei cibi fermentati in generale. Questi fanno bene all’intestino e a tutto l’organismo in generale. Inoltre i numerosi ingredienti contenuti nel kimchi, come l’aglio, lo zenzero e il peperoncino, sono una miniera di sostanze benefiche, in particolare vitamine e fibre alimentari. In Corea si crede che il kimchi sia un toccasana e che abbia proprietà antitumorali.

Volete sapere una buona notizia? Il kimchi è anche molto facile da preparare in casa, visto che oggi le ricette si trovano tranquillamente su internet. Il segreto è utilizzare il cavolo verza al posto del cavolo napa, che è quasi introvabile in Italia.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato ai segreti dei latti vegetali)