Travel Experience

13.09.2021
Città del Messico, sconfinata e colorata
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Amici oggi vi porto nella capitale di uno dei paesi più simpatici che abbia mai visto in vita mia, andiamo a Città del Messico.
Parlo di simpatia perché appena arrivato e camminando per le strade, ho visto quasi ovunque carretti colorati che vendevano tacos, nei quali con lunghe
chiacchierate con il mio spagnolo scolastico mi sono divertito con persone davvero ospitali.
La città aveva tutto ciò che mi aspettavo da una capitale: parchi pubblici, gallerie d’arte, luoghi di interesse storico, musei, ristoranti raffinati e, ovviamente, le caratteristiche cantinas.
In una città sconfinata, sono partito da Parque México, un grande parco urbano perfetto per una bella passeggiata mattutina e una colazione sostanziosa nel quartiere di La Condesa, una zona piena di strade alberate, edifici in stile Art Nouveau e palazzi eleganti. I suoi bar con tavolini all’aperto e i suoi viali costeggiati dagli alberi me lo hanno fatto quasi sembrare un quartiere europeo creando un ambiente ideale per fare due passi in completa tranquillità.
La tipica colazione messicana prevedeva uova, cotte e servite in un’infinità di modi diversi.
Le varianti erano talmente tante che sarebbe impossibile elencarle tutte, ma nei locali vicini al parco, le troverete in qualsiasi salsa.
Dopo essermi messo in forze, ho dato il via con i musei, soprattutto uno che mi incuriosiva molto, il museo nazionale di antropologia, davvero imponente. Il museo
offriva molto di più di quanto un normale viaggiatore possa assorbire in un’unica visita. Al suo interno infatti ho trovato sezioni dedicate a
qualsiasi argomento possibile, dalla vita nel Messico precolombiano alle società messicane attuali.
Vicino all’entrata del museo, i totonachi, discendenti di una popolazione indigena che abitava in Messico prima dell’arrivo degli spagnoli, si esibivano nel rituale della
danza de los voladores ogni 30 minuti. Durante questa danza i voladores si lanciano in “volo” da un palo alto 20 metri, emozionante e spettacolare.
Poi preso il taxi per un’altra meraviglia, il castello di Chapultepec. Gli Aztechi la consideravano una collina sacra e sicuramente.
Quando davanti ai miei occhi si è aperta la magnifica vista sulle montagne e su tutta Città del Messico che si godeva da lassù, ho capito perché. Un tempo residenza reale, questo palazzo ha ancora un’aria regale, con i suoi giardini splendidamente curati e gli interni ricchi di decorazioni sfarzose. Non a caso il palazzo è diventato una location particolarmente amata dai registi: Romeo + Juliet di Baz Luhrmann e Vera Cruz di Robert Aldrich, infatti, sono stati girati qui. Sono ripartito con ancora nelle orecchie ciò che tutti urlavamo quando los voladores, si lanciavano da 20 metri… un urlo liberatorio…Ole’…

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Martinica)