Segreti in tavola

21.01.2018

Oggi vi parlo del più antico tipo di frumento coltivato dall’uomo, il farro.
E non un farro qualsiasi, ma quello DOP di Monteleone di Spoleto, prodotto in una piccola area montana in provincia di Perugia, in Umbria, fin da tempi antichissimi: in quelle zone il farro si utilizzava come forma di nutrimento almeno fin dai tempi degli etruschi, è stato infatti ritrovato all’interno di una tomba etrusca risalente al VI secolo a.C. E il farro ha sempre avuto un’importanza fondamentale per gli abitanti della zona, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale significò la salvezza per gli abitanti di Monteleone e dintorni.

Il farro di Monteleone di Spoleto DOP deve le sue caratteristiche alle condizioni pedoclimatiche e alla lunghissima tradizione di coltivazione del farro nella zona di produzione. La spiga è piatta, corta e affusolata, i chicchi vitrei e compatti, il sapore, che ve lo dico a fare, veramente gustoso.

Il farro, rispetto alla maggior parte degli altri tipi di frumento, è uno dei meno calorici. Inoltre contiene l’aminoacido essenziale metionina, assente in quasi tutti gli altri cereali. Ha anche buone quantità di proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali. È anche ricco di selenio, che aiuta a contrastare gli effetti dei radicali liberi. Contiene meno glutine rispetto al grano, ma comunque ne contiene, quindi purtroppo non è un alimento adatto ai celiaci.

Il farro di Monteleone di Spoleto può essere utilizzato in moltissime ricette. Si può sostituire al grano nella preparazione di pane, pasta e focacce, oppure può essere consumato al posto del riso, sia da solo che in accompagnamento a verdure o in zuppe e minestroni. Si trova in commercio in varie tipologie differenti: integrale, semiperlato, spezzato e sotto forma di semolino di farro.

Ecco i segreti per cucinare nel modo giusto ciascuno dei tre tipi di farro: quello integrale ha bisogno di ammollo di almeno 12 ore e va poi cotto per due ore. Il semiperlato e lo spezzato invece non devono essere messi in ammollo, anche se è sempre meglio dargli una sciacquata prima di cucinarli, e vanno cotti per circa mezz’ora. I tempi si dimezzano se la cottura viene effettuata in pentola a pressione. Mi raccomando, assicuratevi sempre che l’acqua ricopra interamente il farro.

Qui sotto trovate la mia ricetta del Farro al pesto!

Farro al pesto con sedano

È una ricetta che preparo frequentemente d’estate: fresca e gustosa, posso anche cucinarla in anticipo e godermi il resto della giornata.

ingredienti per 4 porzioni
320 g di farro semiperlato
300 g di gambi di sedano
2 patate
2 cipolle
100 g di fagioli cannellini già cotti
pancetta dolce
brodo vegetale
olio extravergine d’oliva
sale e pepe

Per il pesto di basilico
basilico
pecorino
pinoli
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva

Mettete a lessare il farro in abbondante acqua salata per 20 minuti. Pulite e tagliate il sedano a pezzetti. Sbucciate e tagliate a cubetti le patate. Mondate e affettate le cipolle. Tagliate la pancetta a cubetti. Rosolate la pancetta in una pentola antiaderente, unisco i fagioli e dopo 2 minuti tutte le verdure. Coprite a filo con il brodo e lascio cuocere fino a quando le patate sono cotte. Regolate infine di sale e di pepe.
Preparate il pesto frullando il basilico, con i pinoli, lo spicchio di aglio, l’olio extravergine di oliva e aggiungo il pecorino. A cottura ultimata aggiungete il farro, versate il pesto, unite 4 cucchiai d’olio, mescolate e coprite per 10 minuti prima di servire.