Good Life

26.01.2017

Da oggi, oneri e onori spettano a lui. Si chiama “kisspeptina”, anche detto “ormone della passione” e, secondo l’ultimo studio pubblicato sul ‘Journal of Clinical Investigation’, è sua la “responsabilità” di risvegliare l’attività cerebrale associata con amore e sesso, facendo quindi insorgere in noi i pensieri più dolci e… i desideri più sconci.

Dopo un’iniezione di “kisspeptina”, infatti, la nostra mente non è più la stessa. Lo dimostra il lavoro dell’Imperial College di Londra condotto su ventinove giovani “pazienti” volontari, tutti uomini, sani e eterosessuali. Il loro cervello, soggetto alla somministrazione dell’ormone naturale – che stimola il rilascio di altri ormoni riproduttivi all’interno del corpo – è stato studiato attraverso una scannerizzazione, proprio durante l’osservazione di una serie di immagini raffiguranti alcune coppie in atteggiamenti romantici o sexy.

Il risultato è stato eloquente: di fronte alle diapositive più o meno piccanti, la maggiore attività cerebrale è stata registrata nelle strutture cerebrali attivate dall’eccitazione sessuale e dall’innamoramento, e questo, secondo i ricercatori, dimostra che è proprio la kisspeptina ad attivare circuiti comportamentali associati con l’amore.

L’esito dell’esperimento potrebbe avere conseguenze importanti sulla ricerca. L’ormone della passione, infatti, potrebbe essere in grado di aiutare le persone con disturbi psicosessuali e problemi correlati a concepire un bambino. Proprio per questo, presto, lo stesso esperimento, sarà replicato su pazienti donne.

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 romatoday